Il settore del non profit

Il settore non profit sta vivendo, già da diversi anni, una grandissima evoluzione che lo vede crescere da un punto di vista qualitativo oltre che dimensionale. Le organizzazioni non profit – associazioni, fondazioni, cooperative, ong, ecc. – assumono infatti sempre più il ruolo di protagoniste nei settori del sociale (assistenza socio-sanitaria; cooperazione internazionale; cultura; educazione; ricerca scientifica; ambiente; ecc.), perché sono in grado di progettare e realizzare progetti ed attività ad alto valore aggiunto per il settore di riferimento, creando benefici concreti e misurabili. Molte esigenze espresse da una comunità rimarrebbero inattese senza l’intervento del privato sociale. Le associazioni di promozione sociale in Emilia Romagna sono complessivamente 2039, così ripartite per provincia: Bologna (491), Ferrara (168), Forlì-Cesena (144), Modena (580), Parma (111), Piacenza (127), Ravenna (150), Reggio Emilia (195), Rimini (73). Circa l’ambito d’attività, al primo posto c’è la cultura e la tutela dei beni culturali, "orizzonte" in cui si muovono 889 associazioni; 48 nel socio-assistenziale, 23 nel sanitario, 106 per la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, 49 per la tutela e promozione dei diritti umani, 13 nel settore formativo, 7 per la tutela degli animali. Ancora, 85 associazioni operano in ambito turistico, 592 in campo ricreativo, 716 in quello sportivo, 16 per la valorizzazione della pace, mentre 129 svolgono attività diverse. Tuttavia si tratta di organizzazioni che, nella maggior parte dei casi, operano con risorse di natura pubblica, risorse che negli ultimi anni sono diminuite gradualmente ma inevitabilmente. Il contesto comune in cui quasi tutte le realtà non profit si muovono è caratterizzato da una forte progettualità finalizzata a rispondere alle molteplici esigenze espresse dal sociale, che si scontra con una carenza di risorse. Per questa ragione, siamo convinti che la sfida che le organizzazioni non profit dovranno affrontare, da un punto di vista di sostenibilità economica, è relativa all’apertura di un dialogo sempre più intenso con i soggetti economici privati. Il terreno su cui la sfida si sta giocando è, da un lato, un’esigenza reale di integrazione dei fondi, dall’altro la consapevolezza che è in atto un cambiamento culturale che vede il privato (privati cittadini, imprese e fondazioni) condividere mission ed obiettivi di organizzazioni che creino vero valore aggiunto. Le organizzazione non profit incontrate hanno espresso sin dall’inizio una forte necessità di molteplici e svariate “risorse” per poter svolgere la propria attività; il percorso di fund rasing si è introdotto in questo bisogno, aiutando le organizzazioni nel comprendere come reperire ciò che serve allo svolgimento della propria mission: denaro, volontariato, collaborazioni professionali, beni e servizi, know-how, e di tutte le necessità che si presentavano a seconda delle iniziative da intraprendere. In alcuni casi l’intervento ha riguardato anche l’affiancamento al diretto reperimento delle risorse necessarie. Queste attività, però, è utile che avvengano attraverso un metodo, che si esplicitino attraverso la creazione di un legame tra l’organizzazione e il potenziale donatore, condividendo mission, obiettivi, progetti e risultati ottenuti. Occorre aprire con il donatore un dialogo costruttivo capace di renderlo consapevole del valore e del senso del dono; solo in questo modo sarà possibile raggiungere obiettivi quantitativi rilevanti e sostenibili. Ciò che qualifica un’organizzazione non profit non è semplicemente un fare del bene, ma la costruzione di nessi, di relazioni fra le persone e, quindi, la produzione di socialità. Non è un fare per gli altri, ma un fare con gli altri. Quindi, se questo è il metodo, lo scopo ultimo del fund raising e dell’accompagnamento al fianco delle organizzazioni non sarà appena quello di massimizzare la raccolta economica, ma quello di creare ed incrementare delle relazioni di fiducia, solo in questo modo sarà possibile avviare un percorso dedicato al fund raising che possa diventare sistematico e continuativo nel tempo.